I Mostaccioli Calabresi, chiamati anche ‘Nzuddi, sono dei biscotti tipici della cittadina di Soriano Calabro, un piccolo paese dell’entroterra calabrese, in provincia di Vibo Valentia.
Essi prendono il nome dall’antica usanza di aggiungere all’impasto del mosto.
Si tratta di biscotti preparati con ingredienti semplici: farina bianca, miele, tuorli d’uova, strutto e, talvolta, anice (o vino caldo oppure mosto cotto).
Alcuni aggiungono all’impasto anche un cucchiaio di lievito per dolci.
I Mostaccioli sono il punto di forza della pasticceria locale, delle fiere di paese e delle feste padronali.
Soprattutto grazie a quest’ultime i Mostaccioli sono usciti fuori dai confini di Soriano, diffondendosi e facendosi apprezzare in tutta la Calabria e non solo.
Modellati e sagomati a mano dai maestri “mastazzolari”, i mostaccioli vengono realizzati in più di 50 forme diverse ed abbelliti con pezzetti di carta stagnola variamente colorata, inseriti negli intagli.
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Ingredienti per 10 persone
550 g di farina 00 più quella per lo spolvero
500 g di miele
1 bicchierino di liquore all’anice (facoltativo)
3 tuorli di uova medie
20 g di strutto
Sciogliere il miele a bagnomaria o nel microonde.
Setacciare la farina, disporla sulla spianatoia e formare la classica fontana.
Inserire nella cavità della fontana il miele, i tuorli, l’anice (facoltativo) e lo strutto.
L’anice può essere sostituito dal mosto o dal vino cotto.
Lavorare l’impasto a piene mani, fino ad ottenere una pasta simile per morbidezza a quella del pane.
Se l’impasto risulta appiccicoso, aggiungere ancora un po’ di farina.
Lasciare riposare l’impasto in frigorifero per un’intera nottata.
Il giorno seguente, preriscaldare il forno a 150°C.
Con un matterello appiattire la pasta sulla spianatoia infarinata fino ad ottenere uno spessore di circa 1,5 cm.
Con l’aiuto di formine ricavare dei biscotti, diversi per forma e dimensione.
A Soriano esistono dei maestri pasticceri specializzati, che preparano a mano i biscotti, modellandoli ed intagliandoli con perizia e professionalità.
Una volta pronti i biscotti, trasferirli su una teglia foderata di carta da forno o unta di strutto.
Nell’eseguire tale operazione avere l’accortezza di distanziare i mostaccioli l’uno dall’altro.
Cuocere i mostaccioli nel forno già caldo dai 15 ai 30 minuti, in rapporto alle loro dimensioni.
Pertanto, controllare a vista la cottura.
Estrarre i mostaccioli dal forno non appena diventeranno di un colore dorato, leggermente tendente al brunito.
Prima di gustarli, lasciarli riposare per 2-3 giorni.
Infatti, appena sfornati i mostaccioli sono estremamente duri.
La pasta con la quale sono stati realizzati si ammorbidirà nell’arco di pochi giorni.
Avvolti nel cellofan, i mostaccioli possono venire conservati per diversi mesi.
I MOSTACCIOLI TRA STORIA E LEGGENDAI mostaccioli sono dolci di origini antichissime (arabe, greche o latine), che in tempi remoti avevano sicuramente un’origine votiva e rituale.
Secondo Luigi Accattatis, autore di un “Vocabolario del dialetto calabrese”, i mostaccioli vantano origini arabe.
Essi venivano preparati con farina, miele (o vino cotto) e spezie, per lo più in occasione di matrimoni.
Giovan Battista Marzano, autore di un “Dizionario Etimologico” (1928) conferma gli ingredienti ed aggiunge che i dolci venivano modellati in varie forme.
Afferma, anche, che il nome “mostaccioli” deriva dal latino “mustaceum”, nome che deriva da “mustacea”, un’antica focaccia che veniva preparata in occasione di cerimonie nuziali.
La preparazione dell’impasto con farina e miele viene confermata anche dal glottologo Gerhard Rohlfs nel “ Dizionario dialettale delle tre Calabrie” del 1934.
Atre notizie storiche risalgono a fonti accreditate.
La diffusione dei mostaccioli sarebbe avvenuta grazie ai monaci Certosini di San Stefano in Bosco, nelle vicinanze di Serra San Bruno.
Successivamente, i monaci domenicani del Convento di San Domenico, intorno al XVI secolo avrebbero insegnato ai pasticceri locali l’arte di preparare, sagomare e modellare i mostaccioli, insegnando loro l’arte della pasticceria..
Le forme dei mostaccioli sono nel complesso più di cinquanta.
Per citarne alcune: palme, pesci, sirene, donne, cuori, cavalieri, cavalli, fiori, volto del santo protettore del paese, etc.
Dalle rappresentazioni figurate emerge un mondo arcaico, legato alla ritualità e ad aspetti magici, religiosi, propiziatori e rituali.
Un modo antico che sopravvive ancora oggi nelle forme dei mostaccioli, che raccontano e rappresentano aspetti della via quotidiana di un tempo.
Le più rappresentative di queste raffigurazioni, spesso utilizzate in passato come ex voto, per grazia ricevuta, sono esposte nel Centro del Folclore di Soriano, nel Museo del Folclore di Palmi e nel Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma.
Esauriti i riferimenti storici, concludiamo il nostro excursus raccontando un’antica leggenda sull’origine dei mostaccioli.
A Soriano si racconta che sarebbe stato un monaco misterioso, forse di Serra San Bruno, poi sparito nel nulla, a portare la ricetta dei mostaccioli alla popolazione di Soriano.
Nel tempo da rituali i dolci sarebbero diventati un prodotto tipico della pasticceria calabrese.
La ricetta è presente in queste raccolte:
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