I Dorayaki sono dei dolcetti giapponesi, simili a piccoli pancakes farciti.
In Giappone vengono riempiti con una salsa dolce a base di fagioli azuki, chamata “anko”.
Noi abbiamo preferito riempirli con la Nutella.
Per l’impasto:
160 g di farina tipo 00, 3 grosse uova, 80-90 g di zucchero (a proprio gusto),1 cucchiaio di miele fluido, 1 cucchiaino e ½ (raso) di lievito per dolci, 50 ml di acqua, qualche goccia di estratto di vaniglia, 1 pizzico di sale.
Per ungere la padella:
olio di semi.
Per farcire:
circa 200 g di Nutella.
PREPARAZIONE
Per prima cosa preparare le basi tipo pancakes.
Setacciare la farina.
Rompere le uova in una ciotola e batterle con una frusta assieme allo zucchero e al sale.
Lavorare con la frusta fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.
Continuando a mescolare, incorporare a poco a poco la farina lievitante.
Mescolare con la frusta fino ad ottenere una pastella fluida.
Unire, poi, il lievito miscelato assieme all’acqua e all’estratto di vaniglia.
Aggiungere il miscuglio, incorporandolo alla pastella.
Unire il miele (che darà colore e morbidezza all’impasto) e continuare a sbattere la pastella con la frusta.
Iniziare con un movimento lento, per poi velocizzarlo progressivamente.
Alla fine della lavorazione, la pastella dovrà risultare priva di grumi, omogenea e di consistenza fluida, appena più densa di quella delle crêpes.
Coprire la pastella con la pellicola alimentare e metterla a riposare in frigorifero per circa 30 minuti (o anche di più).
Procedere, quindi, alla cottura dei pancakes che serviranno come base dei dorayaki.
Con un pennello ungere con poco olio una padellina antiaderente.
Metterla a scaldare su una fiamma media e versare un mestolino piuttosto piccolo di pastella al centro della padella.
Lasciare che l’impasto si allarghi da solo, formando un cerchio.
Non ruotare la padella come si fa per le crêpes, altrimenti si otterrà una base troppo grande e sottile.
Cuocere l’impasto fino a quando inizieranno ad apparire le prime bollicine e la pasta apparirà dorata.
Occorreranno circa 3 minuti.
Poi, voltarla e cuocerla velocemente per 30 secondi dall’altro lato.
A fine cottura, ciascun pancake dovrà risultare fulvo all’esterno e giallo nella parte interna.
Procedete così fino ad esaurire la pastella, ottenendo all’incirca 16 piccoli pancakes.
Il numero dei pancakes è puramente indicativo, in quanto dipende dalle loro dimensioni e dal loro spessore.
Man mano che i pancakes sono pronti, trasferirli su un piatto.
Lasciarli intiepidire, poi porre un cucchiaio colmo di nutella al centro della metà dei pancakes.
Stendere la crema, lasciando una collinetta al centro.
Il volume centrale darà ai dorayaki il loro aspetto caratteristico, che è bombato.
Richiudere, quindi, i dolcetti a due a due, pressando delicatamente i bordi di ciascun dorayaki con il pollice e l’indice, in modo da sigillarli.
Per conservarli in frigorifero, avvolgere i dorayaki nella pellicola trasparente.
In tal modo resteranno morbidi e non si asciugheranno.
Infine, tenere presente che è possibile congelare i dorayaki, dopo averli avvolti nella pellicola alimentare.
Al momento di consumarli, lasciarli scongelare a temperatura ambiente.
Il Dorayaky è un dolce giapponese, composto da due piccoli tortini, simili a pankakes, preparati con un impasto somigliante al pan di Spagna, chiamato in giapponese “kasutera”.
I pancakes racchiudono al loro interno una salsa dolce ai fagioli rossi azuki, chamata “anko”, che è molto popolare in Giappone.
Nella terra del Sol Levante i dorayaki vengono consumati in qualsiasi ora del giorno
A differenza del dorayaki tradizionale giapponese, noi abbiamo preferito utilizzare come farcia una crema che più si adatta al gusto occidentale: la Nutella.
Inizialmente questo dolce era formato da un solo strato.
La forma attuale, composta da due strati di pasta farciti con l’anko venne inventata nel 1914 dalla pasticceria Usagiya, ubicata a Ueno, un quartiere di Tokio.
Nel mondo occidentale il Durayaki è diventato famoso negli anni ‘80 del secolo scorso dalla serie tv Doraemon, che raccontava le avventure di un gatto-robot, di colore blu e senza orecchie, che viaggiava nel tempo e il cui cibo preferito era il dorayaki.
La leggenda racconta che il primo Dorayaki venne preparato da un contadino utilizzando un gong per friggere i pancakes.
Questo strumento,chiamato in giapponese “dora”, era stato dimenticato da un samurai di nome Benkei, che per un certo periodo si era nascosto nella casa del contadino.
Il nome “dora”, cioè “gong” è stato probabilmente utilizzato per la somiglianza della forma del dolce con lo strumento a percussione.
“Yaki”, invece, significa “alla griglia” o “afferrato, preso”.
Il nome del gatto-robot “Doraemon”, invece, non deriverebbe dai dorayachi di cui è ingordo, ma dalla parola giapponese “doraneko”, il cui significato è “gatto vagabondo”.
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