Gli Spaghetti alla Puttanesca sono un primo piatto estremamente gustoso ed allettante. Facili e veloci da realizzare, questi spaghetti sono un tripudio di sapore che nasce da un sapiente mix di ingredienti semplici ma ricchi di gusto. Il risultato è un piatto unico ed invitante che solletica ed appaga pienamente il palato.
350 g di pasta, 300 g di pomodori maturi a pezzi o di “pelati”, 2 filetti di acciughe sotto sale, 50 g di olive nere di Gaeta, una manciata di capperi sotto sale, 1 cucchiaio di prezzemolo, 1 spicchio d’aglio, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale e peperoncino.
PREPARAZIONE
In una padella fare imbiondire l’aglio in 3 cucchiai di olio.
Unire, poi, un pezzetto di peperoncino e i filetti di acciuga.
Schiacciare le acciughe con un cucchiaio di legno, in modo che si sciolgano, facendo insaporire l’olio.
Eliminare l’aglio e unire i pomodori, i capperi lavati, le olive snocciolate e sminuzzate.
Aggiustare di sale e cuocere a fuoco alto per circa 10 minuti, schiacciando, nel contempo, i pomodori.
Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolarla molto al dente.
Saltarli nella padella con la salsa.
Prima di servire, aggiungere del prezzemolo tritato.
Varie sono le interpretazioni relative all’insolito nome della ricetta.
Alcune di esse legano il nome del piatto all’ambiente delle case d’appuntamento.
Per esempio, il giornalista e critico di cucina Arthur Schwartz, autore di “Naples at Table” (Napoli a Tavola), ed.Harper Collins, a pag, 164 scrive che, secondo un’interpretazione accreditata, il nome della ricetta risalirebbe all’inizio del XX secolo, periodo in cui il proprietario di una casa di appuntamenti, sita nel Quartiere Spagnolo di Napoli, rifocillava con questo piatto, veloce da preparare, i frequentatori del locale.
Per questo motivo il piatto avrebbe preso il nome di “Spaghetti alla puttanesca”.
Schwartz riferisce, anche, che, secondo un’altra versione, questa notizia sarebbe suffragata dai colori della Salsa alla puttanesca e cioè […] “ il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori,il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granato dei peperoncini”, i quali colori richiamerebbero l’abbigliamento variopinto utilizzato per attirare i clienti dalle donne che esercitano il mestiere più antico del mondo.
Un’ulteriore versione, riferita dallo stesso Schwartz, attribuirebbe, invece, l’invenzione del piatto ad una certa Yvette la Francese, che avrebbe ironicamente e sarcasticamente battezzato il piatto con un preciso riferimento alla sua professione.
Notizie diverse sull’etimologia del piatto vengono riportate da Jeanne Carola Francesconi, scrittrice e conoscitrice della cucina napoletana, la quale nel libro “La cucina napoletana”, ed Newton, riferisce che il piatto in origine veniva chiamato “Maccheroni alla marinara”.
A suo dire, il nome della pietanza venne cambiato, subito dopo la Seconda guerra mondiale , dal pittore Eduardo Maria Colucci (zio dell’architetto Sandro Petti, di cui parleremo in basso, che disconosce la versione riferita dalla Francesconi).
Il pittore in estate abitava ad Ischia e amava preparare dei pranzetti, spesso improvvisati, per gli amici.
La sua specialità erano i “ I Maccheroni alla marinara”, ai quali, non si sa per quali motivazioni o in quale occasione, ad un certo punto cambiò il nome definendoli “Maccheroni alla puttanesca”
Infine, una differente versione relativa al nome “puttanesca” è riferita da Annarita Cuomo, che scrive per “Il Golfo”, il quotidiano locale di Ischia e Procida.
Secondo quanto ha scritto la giornalista nell’edizione del 17 febbraio 2005, il “Sugo alla puttanesca” sarebbe stato inventato nel 1950 dall’architetto ischitano Sandro Petti, uno dei proprietari di “Rancio fellone”, un famoso ristorante ischitano, aperto fino a tarda notte.
Costui, una sera, avrebbe detto a degli amici, seduti in tarda serata ad uno dei tavoli, di non avere in dispensa ingredienti sufficienti per preparare loro un pasto decente.
Gli amici, dopo essersi lamentati che era tardi e che erano affamati, gli suggerirono di preparare “una puttanata qualsiasi”, termine utilizzato volgarmente per indicare una stupidaggine qualsiasi.
Petti trovò in dispensa qualche cappero, un paio di olive e quattro pomodori, con i quali preparò il sugo per condire gli spaghetti.
Il piatto ebbe successo.
Da quel momento in poi, Sandro Petti inserì gli Spaghetti alla puttanesca nel menù del suo ristorante (vedi Wikipedia).
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